Il tempo di guardarti e vedere che piangevi. Io stessa per terra, ti guardavo dolcemente, tu in ginocchia affianco a me, mi guardavi con le mani in mezzo alle tue gambe mentre piangevi ancora piu forte, il tuo singhiozzo non ti lasciava parlare, non sono riuscita a capire cosa volevi dirmi.
Non so ancora se hai notato che ti abbracciavo, e che mentre mi alzavo leggera ti ho tenuta stretta a me, e ti dicevo non piangere piu, vieni con me. Ma il vento mi portava via, volevo restare un po a baciarti asaporando ognuna delle tue lacrime, ma il vento mi portava via. Ero ad un palmo dal pavimento ora, sentivo una luce attorno a me, scaldandomi, sorregendomi, attraversandomi, scomponendomi.
Non potevo andarmene senza di te, anche tu ti scomponevi ma nel dolore. Da sopra, ti vedevo, ora te ne fregavi del mio sangue e mi abbraciavi, mentre mi baciavi sulla fronte. Cadendo dalla bici, il mio petto era andato a sbattere contro lo specchieto di una macchina parcheggiata in doppia fila ed io ero rotta, divisa in due.
Volevo essere tua ancora una volta, e ti sussurrai da piu alto ancora, prendimi con te.
Da piu lontano ancora ti ho sentito dentro me, era la tua mano tremante, che mi attraversava ed entrava nel mio petto, dove ero rotta per accarezzare il mio cuore.
Ho sanguinato per te, ero in fiame per te, sono viva per te e voglio che tu sappia che con ogni vento del NordOvest bacierò il tuo collo.
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