Sono sul 105 andando verso casa. Sono sul grembo di mia madre, come se fosse l, immagine di una Pieta scultorea. La mia testa e rilassata, come se il collo fosse spezzato i miei occhi guardano quelli di mia madre che sono aperti e fermi. Le sue mani sul mio corpo mi accarezzano la testa, e mi tengono verso lei, per evitarmi di cadere. Lei ne ha 63 anni, io 34, attorno a noi, rumore, chiacchiere, sporcizia. Noi siamo pulite.
Ho appena salutato mia madre a Termini, dai mamma ci vediamo a casa, chi arriva prima si ferma al forno in fondo alla via pedonale, e chiama l'altra cosi va a comprare i fichi, sei sicura che cé del prosciuto a casa?...No, non ti sto dando della rimbambita. Ridiamo, la bacio. Prendo la bici e parto appena vedo che il suo pullman e partito.
Facciamo un pezzo di strada insieme, questo autista sbanda un po, insomma mi ha visto 40 volte e mi sono fermata davanti a lui con la mia bici nei semafori. Sento che gli da fastidio che una donna lo sorpassi in bici, gli sorrido, prende il suo cellullare e si tocca le palle mentre mi guarda e compone un numero. Mi giro ancora di piu per salutare mia madre, gli mando un bacio. E seduta in prima fila affianco all autista. Mi guarda, guarda all'autista e sorride come per dirmi, non farci caso. Si e inescata questa solita gara di velocita. Lei e cosi bella quando sorride.
Vado davanti all pullman per un po, e mi fermo ognitanto per aspettarlo. Ognitanto l'autista accellera senza motivo sul rettilineo che cé prima di arrivare a Porta Maggiore, e lo vedo sbuffare, quando si deve fermare alla mia altezza. Ma che cazzo vuoi? Ce spazio per tutti e due, su passa! ma non ti attacare a me!
Sorpassiamo Porta Maggiore, schivo le macchine con prudenza ma sento la presenza del pullman dietro, che spinge perche vuole raggiungermi. Qualche clacsson diretto al pullman, riesco a girare la testa velocemente per vedere mia madre, ora seria. Non so cosa urla all'autista. Lautista 'e ancora al cellullare.
Prendiamo la strada davanti al Bingo, e vado sulla destra, qualcuno apre una portiera di una macchina parcheggiata, e non faccio in tempo a fermarmi. Figliodiputtanadeviguardarecazzo!. Mi schianto contro la porta, rimango appessa alla porta, ma non cé dolore. Sento un rumore secco, il mio corpo attraversa i vetri, anch'io sono rotta. Cado con violenza sul primo sedile, sopra mia madre, che ha gli occhi spalancati, sbatto contro il suo petto, mi ferma.
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