E da 15 minuti che non smette di parlare dandosi delle arie con la sua compagna. Siamo al “Caffé di fiore” del T1 dell’aeroporto di Barcellona.
Mi ha intravisto mentre arrivavo sul tavolo vicino al loro e mi ha dedicato uno sguardo veloce, e ha sbuffato. Mentre mi sistemavo per scrivere e gustarmi il mio cafe con leche di benvenuto a casa, lei si è lamentata del caffé, del cibo, del caldo, della gente che è attorno a lei. Ci guarda a tutti con disprezzo, parla a voce alta, in inglese con la sua amica?, badante?, amante? Che è una quarantina d’anni piú giovane di lei.
- - (Al telefono) Buongiorno, parlate inglese?. (in inglese stentato) Sono Marcella Mercanti. Ho fatto una prenotazione per 3 notti, arrivo il 26. Volevo sapere se potete riservarmi un posto macchina vicino all´hotel. Non posso camminare molto bene. Ah capisco, viene 12 E al giorno, invece quella che è a 50m dell´hotel è gratis. Va bene, prendo quella a 50m, ma non posso camminare. Le passo la mia amica che gli dará piú dettagli.
La sua amica, che non fornisce piu detagli, ma prende il telefono solo perche Marcella Mercanti, glielo passa con il braccio ben dritto, per assicurarsi che si faceva quel che lei voleva, ha incominciato a parlare in uno spagnolo molto carino, quello che si usa quando ne sai 4 parole in una lingua e provi a metterle tutte insieme per comporre una frase.
- Ma insomma parla in inglese con loro!. Dovrán pure parlare altro che non solo lo spagnolo!.
Marcella Mercanti, si è dimenticata che io sono seduta sul tavolo di fronte a lei, e urla alla sua amica in italiano: Questi spagnoli sono stupidi, che razza del cazzo!
Marcella Mercanti, non può sapere che io sono spagnola, e che parlo la sua lingua.
Sospiro, e mentre sistemo le mie cuffie, mi sento dire: ma perche questa vecchia rimbambita non e rimasta a casa sua?. La sua amica, si gira per guardarmi. La vecchia non mi ha sentito, ma lei gli riporta tutto a voce bassa, il mio sguardo e fisso su Marcella Mercanti, e mi dico: Marcella Mercanti guardami, guardami, ti voglio fulminare con il mio sguardo.
Lei è codarda, e non mi guarda.
M´immagino che smetto di scrivere, mi alzo dal tavolo, mi avvicino a lei, le accarezzo i suoi riccioli bianchi da vecchia ricca rimbambita, do un calcio alla sedia a rotelle che ha lasciato vicino a lei e che l`aeroporto di BCN gli ha lasciato perche non sapeva che Marcella Mercante è una vecchia cattiva e stronza. La sbatto dalla sedia con una spinta e prendo la sua bottiglia di acqua Evian e gliela rovescio sopra. Mi sbottono i pantaloni, immagino che sono un maschio e piscio su di lei, sul suo vestito bianco, sulla sua faccia. Continua a non guardarmi, si morde il labbro inferiore mentre mi sputa sulle scarpe, e mi dice: siete una razza del cazzo, siete una razza del cazzo. Ride e si rottola sul pavimento di marmo della T1. Ride, ride, ride, ride, ride, la sala si riempe con la sua rissata grigia, si alza e senza guardarmi, prende la spilla d`argento che ferma la sua giacca di cashmere bianca sporca con la mia piscia, e mi si avvicina.
Continua a non guardarmi, io provo a capire cosa vuole fare questa vecchia rimbambita che all’improvviso cammina, si afferra al mio collo con una mano, avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra: siete una razza di stronzi. Con l´altra mano mi infilza la spilla nella gola, esce sangue che sporca la sua maglia, i suoi riccioli, le sue scarpe, mi agrapo ai suoi capelli mentre sto cadendo sulle mie ginocchia affogando nel mio sangue. Non posso respirare, sono in ginocchia mentre il mio corpo trema per la mancanza d`aria, lei mi prende la testa e mi spinge verso la sua fica, mi tiene ferma li, e mi urla: siete una razza del cazzo, siete una razza del cazzo…
Sento il mio naso che si spinge contro la sua fica, come si fosse un cazzo, sento che il mio corpo mi abbandona, o che io sto abbandonando il mio corpo. Sto affogando mentre l´odore del mio piscio e del mio sangue si mischia con l´odore della sua fica. Sono morta. Lei tutta sporca di piscia e sangue, si tiene in piede afferrandosi alla mia testa che continua a strofinare contro la sua fica…mentre continua a urlare ed a ridere.
Un cerchio di persone intorno a noi, nessuno fa niente, nessuno ha fatto niente, lei e viva ed io sono morta. Questi spagnoli, che han permesso che tutto questo fosse successo sono una razza del cazzo!
Marcella Mercanti, si è dimenticata che io sono seduta sul tavolo di fronte a lei, e urla alla sua amica in italiano: Questi spagnoli sono stupidi, che razza del cazzo!
Marcella Mercanti, non può sapere che io sono spagnola, e che parlo la sua lingua.
Sospiro, e mentre sistemo le mie cuffie, mi sento dire: ma perche questa vecchia rimbambita non e rimasta a casa sua?. La sua amica, si gira per guardarmi. La vecchia non mi ha sentito, ma lei gli riporta tutto a voce bassa, il mio sguardo e fisso su Marcella Mercanti, e mi dico: Marcella Mercanti guardami, guardami, ti voglio fulminare con il mio sguardo.
Lei è codarda, e non mi guarda.
M´immagino che smetto di scrivere, mi alzo dal tavolo, mi avvicino a lei, le accarezzo i suoi riccioli bianchi da vecchia ricca rimbambita, do un calcio alla sedia a rotelle che ha lasciato vicino a lei e che l`aeroporto di BCN gli ha lasciato perche non sapeva che Marcella Mercante è una vecchia cattiva e stronza. La sbatto dalla sedia con una spinta e prendo la sua bottiglia di acqua Evian e gliela rovescio sopra. Mi sbottono i pantaloni, immagino che sono un maschio e piscio su di lei, sul suo vestito bianco, sulla sua faccia. Continua a non guardarmi, si morde il labbro inferiore mentre mi sputa sulle scarpe, e mi dice: siete una razza del cazzo, siete una razza del cazzo. Ride e si rottola sul pavimento di marmo della T1. Ride, ride, ride, ride, ride, la sala si riempe con la sua rissata grigia, si alza e senza guardarmi, prende la spilla d`argento che ferma la sua giacca di cashmere bianca sporca con la mia piscia, e mi si avvicina.
Continua a non guardarmi, io provo a capire cosa vuole fare questa vecchia rimbambita che all’improvviso cammina, si afferra al mio collo con una mano, avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra: siete una razza di stronzi. Con l´altra mano mi infilza la spilla nella gola, esce sangue che sporca la sua maglia, i suoi riccioli, le sue scarpe, mi agrapo ai suoi capelli mentre sto cadendo sulle mie ginocchia affogando nel mio sangue. Non posso respirare, sono in ginocchia mentre il mio corpo trema per la mancanza d`aria, lei mi prende la testa e mi spinge verso la sua fica, mi tiene ferma li, e mi urla: siete una razza del cazzo, siete una razza del cazzo…
Sento il mio naso che si spinge contro la sua fica, come si fosse un cazzo, sento che il mio corpo mi abbandona, o che io sto abbandonando il mio corpo. Sto affogando mentre l´odore del mio piscio e del mio sangue si mischia con l´odore della sua fica. Sono morta. Lei tutta sporca di piscia e sangue, si tiene in piede afferrandosi alla mia testa che continua a strofinare contro la sua fica…mentre continua a urlare ed a ridere.
Un cerchio di persone intorno a noi, nessuno fa niente, nessuno ha fatto niente, lei e viva ed io sono morta. Questi spagnoli, che han permesso che tutto questo fosse successo sono una razza del cazzo!
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