(Camera da letto) Oggi ho voglia di un the con latte. Questo assistente fa sempre tardi la mattina, sono ormai dieci minuti che mi sono svegliato e ancora non si é presentato. Dovrebbe smettere di pregare tanto ed arrivare un po prima tutte le mattine, accaso non sono io il Dio in terra?. Mi devo vestire da solo, ma mi piace quando lui lo fa, e fa finta di non notare quando mi tengo stretto a lui mentre mi infila la veste.
Tanto vale che mi alzi da solo. Non verra qui oggi, lo conosco troppo bene ormai.
Mi vuole fare arrabbiare questo piccolo cretineto. Ma gliela faro pagare.
Che schiffo, ci sono gia di nuovo tutte queste orde di pellegrini di nuovo in piazza. Almeno qui dietro le tende, non devo sorridere per forza e non potete vedere come mi gratto!, cretini. Dove sono andati quei tempi in quei, facevo quel che volevo per i corridoi del Vaticano. Ora anche faccio quel che voglio, ma devo stare un po piu attento.
Giu miccio, giu dal letto, vieni qui con me.
Dove avro messo quei calzini bianchi, che orrore sti calzini bianchi. Oggi é una brutta giornata, indossero quei neri, nessuno se ne accorgera, e per fortuna che lássistente fa tardi, cosi nemmeno lui se ne accorge.
(Telefono) Buongiorno, non voglio la colazione in camera, vado direttamente a fare una passeggiata in giardino e voglio che mi raggiungano li tra 15 minuti con il the e due biscotti, 5 facciamo cinque biscotti (sticazzi). Poi vado direttamente in sagrestia per la mesa. Per favore, assicuratevi che non c`e nessuno nei corridoi, e nemmeno nei giardini. Ho bisogno di stare da solo. Avete visto Paolo?. No, non riferite che ho chiesto di lui, che sia lui a portarmi la colazione in giardino. Grazie.
(Sagrestia) Buongiorno. Per favore, come tutte le domeniche, silenzio, non ho voglia di parlare con nessuno di voi. Usciamo nel solito ordine. Qualcuno ha visto per caso il mio assistente?. Questa notte non ha dormito da m...questa mattina non si é ancora fatto vivo. Ecco, la musica, dobbiamo uscire. La solita farsa.
martes, 28 de diciembre de 2010
domingo, 26 de diciembre de 2010
ATACcati al cazzo. Servizio di trasporto Romano
Sono sul 105 andando verso casa. Sono sul grembo di mia madre, come se fosse l, immagine di una Pieta scultorea. La mia testa e rilassata, come se il collo fosse spezzato i miei occhi guardano quelli di mia madre che sono aperti e fermi. Le sue mani sul mio corpo mi accarezzano la testa, e mi tengono verso lei, per evitarmi di cadere. Lei ne ha 63 anni, io 34, attorno a noi, rumore, chiacchiere, sporcizia. Noi siamo pulite.
Ho appena salutato mia madre a Termini, dai mamma ci vediamo a casa, chi arriva prima si ferma al forno in fondo alla via pedonale, e chiama l'altra cosi va a comprare i fichi, sei sicura che cé del prosciuto a casa?...No, non ti sto dando della rimbambita. Ridiamo, la bacio. Prendo la bici e parto appena vedo che il suo pullman e partito.
Facciamo un pezzo di strada insieme, questo autista sbanda un po, insomma mi ha visto 40 volte e mi sono fermata davanti a lui con la mia bici nei semafori. Sento che gli da fastidio che una donna lo sorpassi in bici, gli sorrido, prende il suo cellullare e si tocca le palle mentre mi guarda e compone un numero. Mi giro ancora di piu per salutare mia madre, gli mando un bacio. E seduta in prima fila affianco all autista. Mi guarda, guarda all'autista e sorride come per dirmi, non farci caso. Si e inescata questa solita gara di velocita. Lei e cosi bella quando sorride.
Vado davanti all pullman per un po, e mi fermo ognitanto per aspettarlo. Ognitanto l'autista accellera senza motivo sul rettilineo che cé prima di arrivare a Porta Maggiore, e lo vedo sbuffare, quando si deve fermare alla mia altezza. Ma che cazzo vuoi? Ce spazio per tutti e due, su passa! ma non ti attacare a me!
Sorpassiamo Porta Maggiore, schivo le macchine con prudenza ma sento la presenza del pullman dietro, che spinge perche vuole raggiungermi. Qualche clacsson diretto al pullman, riesco a girare la testa velocemente per vedere mia madre, ora seria. Non so cosa urla all'autista. Lautista 'e ancora al cellullare.
Prendiamo la strada davanti al Bingo, e vado sulla destra, qualcuno apre una portiera di una macchina parcheggiata, e non faccio in tempo a fermarmi. Figliodiputtanadeviguardarecazzo!. Mi schianto contro la porta, rimango appessa alla porta, ma non cé dolore. Sento un rumore secco, il mio corpo attraversa i vetri, anch'io sono rotta. Cado con violenza sul primo sedile, sopra mia madre, che ha gli occhi spalancati, sbatto contro il suo petto, mi ferma.
viernes, 24 de diciembre de 2010
Caffe con zucchero
Oggi portavo una bolsa più appesantita e mi ero vestita meglio dell´ultima volta. Era ormai il mio rituale ma oggi doveva essere diverso.
Eravamo in salotto e lei impeccabile mi versava del caffé. Mi tremavano le mani, mi guardavo attorno, dal salotto vedevo tutte le porte delle stanze, chiuse. Mi sentivo soffocare, ero disperata, atterrita, piangevo.
- - Frida, calma, dai calma. Vedrai che è al lavoro ancora o in metro. Lo sai che li il cellulare non prende nemmeno. Forse sta arrivando a casa ora.
- - Giulia, ti giuro, non ce la faccio piú. Non faccio altro che immaginarlo abbracciato ad un´altra, non posso vivere piu cosi. (Sospiro, non riesco a guardarla) Tu sei sempre cosi carina con me.
Giulia, si era alzata, ora appoggiava una mano sulla mia spalla. Non sapeva piu cosa dirmi. La guardai, volevo sorridere, la mia bocca fece una smorfia storta. Posai i miei occhi sulla mia borsa, pesava sulle mie gambe.
- Grazie sei una amica. Non so come farei senza di te. Penso che ora posso andare.
- Sicura?, nemmeno ti sei pressa il caffè.
- Si, grazie. Ti chiamo quando arrivo a casa. Sto bene, credimi.
La baciai, mi sono diretta all´uscita. La porta dell´ascensore si è aperta davanti a me, ho guardato la mia borsa, ho guardato lo spazio dentro l´ascensore, troppo piccolo, mi sentivo soffocare di nuovo.
Mi sono girata per prendere le scale, ed ho visto la porta di casa di Giulia era ancora aperta. Mi sono avvicinata per chiuderla ed ho sentito le voci.
Sono entrata, li ho visti, lui la teneva stretta contro se, separava delle ciocche di cappelli di davanti al suo viso, la baciava.
- Carlo, non ce la faccio piú. Lasciala, vieni da me.
Ho messo la mano nella borsa, ho presso la pistola, due colpi. Loro non mi hanno visto. Ho aperto le finestre. Troppa puzza, mi sentivo meglio adesso che entrava un pó dária in quella casa. Mi sono seduta di nuovo sul divano, li guardai loro due stessi per terra. Messi due zollette di zucchero dentro il caffe.
Dopo di te
Lui è sdraiato per terra, ed io lo guardo dall´alto. Con il mio piede schiacciavo la sua testa contro la terra bagnata da me. Non avrebbe dovuto chiederlo.
Un uccello di mille colori, passa in questo momento sopra di noi e attraversa la notte. Mi sembra i sentire il battere delle sue ali, veloci. Ci ha visti, se ne è andato a nascondere tra le foglie delle palme. Forse è spaventato, i nostri movimenti contrastano la sua bellezza.
Ci diamo appuntamento tutte le sere in questo parco, appena cala la luce del giorno. Mi sembra che è stato ieri quando l´ho visto per la prima volta, in realtá sono passati gia ben sei mesi. Aveva aperto il finestrino della macchina, e mi aveva chiesto se 40E andavano bene per stare un po con lui.
Io non ero li per caso, ma fino quel momento le mie serate sul parco degli acquedotti erano state vuote. Finche non l ho incontrato.
Ero salito nella sua macchina e mi ha messo subito la mano sul pacco, per istinto gli ho lanciato un cazzotto, gli avevo fatto sanguinare il naso. Mi ero spaventato, pensavo, adesso questo chiama la polizia e mi denuncia.
- Cazzo, cazzo! Mi hai fatto male.
Gli occhi li lacrimavano, il naso sanguinava. In realtà non só ancora bene se era stato il naso o la bocca. Cera un bel po´di sangue. Si proteggeva il viso con le mani. Io ero fermo, per paura.
Pressi fazzoletti da dentro il cruscotto ma si aveva dovuto togliersi la maglietta per fermare il sangue. Si pulisce ed scruta il mio corpo.
- Pensi che lo puoi fare ancora….piú forte?
Mi guardai riflesso nello vetro della macchina mentre colpivo il suo stomaco con tutta la mia forza. Per un attimo perse il respiro. É uscito dalla macchina piegato in due, faceva fatica a respirare, e con il suo respiro piu violento aveva vomitato. Sono uscito dietro lui, prima prendendo 150E dal suo portafoglio ed sputando dentro la sua borsa.
Si era appoggiato ad un albero per riprendersi e mi aveva detto che per il momento andava bene cosi. Mi sono avvicinato a lui, mi sono calato i pantaloni, e gli ho fatto vedere il mio cazzo, duro. Mi sono masturbato e lui e venuto ad attaccarsi con la bocca quando ha capito che stavo per venire. Gli ho tenuto la testa ferma, mentre mi svuotavo dentro lui. Ingoia tutto troia.
- Ti posso rivedere domani?. Alla stessa ora…qui?
Non risposi.
Il giorno dopo ero li.
Lui arrivo con una macchina diversa, un sub. Mi fece salire da dietro, cera molto spazio. Aveva preparato una coperta per terra e mentre si abbassava i pantaloni mi diceva: tira fuori il cazzo e picchiami. Non l´ho lasciato finire di spiegarsi che gia lo avevo bloccato da dietro, con i pantaloni a mezzo calare, ho presso dello spago che cera dietro e gli ho legato i polsi dietro la schiena. Lo spago lo fece arrivare ai suoi piedi, era bloccato. Senza saliva e con tutta la mia forza sono entrato in lui, di un colpo solo, ero eccitato. Il mio cazzo era molto grosso e avevo fatto fatica ad entrare senza bagnarlo, ma avevo spinto con forza, sentivo tutto lui attorno al mio cazzo, mi eccitava, sentivo come mi premeva mentre mi muovevo dentro lui. Premevo la sua testa contro il poggiatesta del sedile di dietro, mentre le dicevo: senti le mie palle che toccano il tuo bucco, sono dentro te bastardo. Ti ingravido figlio di puttana. Adesso lui si stava eccitando, sentivo che avevo piu spazio dentro lui.
Lui arrivo con una macchina diversa, un sub. Mi fece salire da dietro, cera molto spazio. Aveva preparato una coperta per terra e mentre si abbassava i pantaloni mi diceva: tira fuori il cazzo e picchiami. Non l´ho lasciato finire di spiegarsi che gia lo avevo bloccato da dietro, con i pantaloni a mezzo calare, ho presso dello spago che cera dietro e gli ho legato i polsi dietro la schiena. Lo spago lo fece arrivare ai suoi piedi, era bloccato. Senza saliva e con tutta la mia forza sono entrato in lui, di un colpo solo, ero eccitato. Il mio cazzo era molto grosso e avevo fatto fatica ad entrare senza bagnarlo, ma avevo spinto con forza, sentivo tutto lui attorno al mio cazzo, mi eccitava, sentivo come mi premeva mentre mi muovevo dentro lui. Premevo la sua testa contro il poggiatesta del sedile di dietro, mentre le dicevo: senti le mie palle che toccano il tuo bucco, sono dentro te bastardo. Ti ingravido figlio di puttana. Adesso lui si stava eccitando, sentivo che avevo piu spazio dentro lui.
Lui mordeva il poggiatesta mentre io mordevo il suo collo. Con le mie gambe ho separato le sue ed ho spinto piu in su che potevo mentre lo masturbavo. Lui e venuto sulla mia mano, ho sentito che il suo culo si chiudeva, mi voleva fuori, gli feci assagiare il suo sperma mettendogli la mia mano in bocca, sono venuto dentro lui e siamo rimasti immobili, solo il mio petto si muoveva sopra la sua schiena al ritmo del mio respiro.
Lo lascia li, per un paio di minuti mentre ero uscito a fumarmi una sigaretta. Sono entrato in macchina per slegarlo. Non gli ho detto una parola. Lui mi guardava sconvolto, forse si chiedeva da dove prendevo tutta questa furia. Lo ignoravo apposta guardando gli arredi della macchina, ma volevo baciarlo, guardare il colore dei suoi occhi.
- Tieni, 150E, come quelli che mi hai presso ieri
Gli pressi il portafoglio dalle mani
- Lo decido io, vedo che oggi ne hai di piu. Pressi i 300E ed sputai di nuovo sul portafoglio.
- Domani parto in viaggio. (imbarazzato). Ti trovo qui tra dieci giorni?
Me ne andai senza rispondere.
Fiori dentro me
- - Ciao!, sono un po bagnata. Fuori piove di rotto. Grazie per aprirmi, sai ero qua sotto a comprare delle cose per Camilla, e non potevo tornare di nuovo al bar, penseranno che sono una alcolizzata, meno male che sei a casa….grazie
Le passo un asciugamano e la accompagno al bagno.
- - Dai fatti una doccia, sei veramente bagnata. (Rido). Solo a te viene in mente di uscire di casa cosi senza un ombrello, ma non hai visto che non ha smesso di piovere per giorni!.
La lascio da sola, mentre apre il rubinetto della doccia. Vado in cucina, alzo i termosifoni. Accendo il fuoco per preparare un thè. Porto in salotto le tazze, do uno sguardo veloce alla camera da letto dal corridoio, e vedo la porta aperta. Mi avvicino a chiuderla, e noto scompiglio.
- Ciao (timida). Ho pensato che di acqua ne avevo presso troppa, e piú che una doccia, mi andava piú un letto caldo.
Non so cosa dire, provo a sorridere, mi avvicino al letto, lei è sotto la coperta. Mi prende una mano, mi cadono le tazze, forse una si e rotta. Sento il rumore dell´acqua che bolle in cucina.
Si mette in ginocchia sul letto e mi da un bacio sulla guancia. Sospiro profondamente. Sento che le sue labbra si avvicinano facendo piccoli passi che sono baci sulla mia faccia per arrivare alla mia bocca. Il mio respiro e piu forte adesso.
Sono immobile, la desidero, ma non riesco a muovermi, sento le sue braccia che mi alzano la maglietta le mie braccia si stirano in su per instinto, mi morde il labro per farmi aprire la bocca, e sento come la sua lingua sbatte contro i miei denti, li sorpassa, incontra la mia lingua, va piu in giu mentre la mia lingua adesso riempe la sua bocca. Non ce tempo per respirare, sento che un po di saliva cade sul suo petto, accarezzo i suoi seni.
Mi spinge giú dalle spalle, e ci baciamo, non ci sono parole ma sappiamo quello che succedera. Mi slaccia il reggiseno, e le mie mani cadono sulle sue mutande, le nostre bocche non si separano. Sale dolcemente sopra me, mi bacia il collo, io mi muovo sotto di lei, sento la sua gamba che preme contro il mio sesso, la mia contro il suo, le mie mani sulla sua testa, la dirigo verso il mio seno. Mi mordo le labbra dal piacere, mentre lei mi infila le sue ditta in bocca e mi bacia scendendo dalle tette , verso la mia pancia, ed io la spingo con le mie mani piu in giu, lómbelico adesso. La prendo dalle ascelle e la faccio fermare li, mentre una sua mano riempe la mia bocca e laltra mi acarezza la fica, la sua lingua dura percorre il mio pube. Non esiste il tempo, solo il piacere.
Non voglio fermarla. Avvicino le mie mani impregnate dal suo odore al mio viso, lei e dentro me, lei e ancora piu dentro me. Mi chiedo come fa a raggiungere posti come mai nessuna prima. Mi sento piena, tutto il mio interno vibra, la stringo, lei si fa forza, continua, vibro, lei e dentro me. Sento il suo respiro sul mio viso. Siamo sudate, si lascia cadere di nuovo sopra me, la sento tutta il suo seno bagnato contro il mio, li lecco i capezzoli, lei geme, lei è ancora dentro me, io dentro lei, mi guarda, apro la mia bocca, mi infila la sua lingua, é da per tutto dentro me ora. Ci teniamo strette con un braccio, non so per quanto andiamo avanti, voglio trapassarla con il mio corpo. Vengo. Viene.
Marcella Mercanti. Anima al nudo
E da 15 minuti che non smette di parlare dandosi delle arie con la sua compagna. Siamo al “Caffé di fiore” del T1 dell’aeroporto di Barcellona.
Mi ha intravisto mentre arrivavo sul tavolo vicino al loro e mi ha dedicato uno sguardo veloce, e ha sbuffato. Mentre mi sistemavo per scrivere e gustarmi il mio cafe con leche di benvenuto a casa, lei si è lamentata del caffé, del cibo, del caldo, della gente che è attorno a lei. Ci guarda a tutti con disprezzo, parla a voce alta, in inglese con la sua amica?, badante?, amante? Che è una quarantina d’anni piú giovane di lei.
- - (Al telefono) Buongiorno, parlate inglese?. (in inglese stentato) Sono Marcella Mercanti. Ho fatto una prenotazione per 3 notti, arrivo il 26. Volevo sapere se potete riservarmi un posto macchina vicino all´hotel. Non posso camminare molto bene. Ah capisco, viene 12 E al giorno, invece quella che è a 50m dell´hotel è gratis. Va bene, prendo quella a 50m, ma non posso camminare. Le passo la mia amica che gli dará piú dettagli.
La sua amica, che non fornisce piu detagli, ma prende il telefono solo perche Marcella Mercanti, glielo passa con il braccio ben dritto, per assicurarsi che si faceva quel che lei voleva, ha incominciato a parlare in uno spagnolo molto carino, quello che si usa quando ne sai 4 parole in una lingua e provi a metterle tutte insieme per comporre una frase.
- Ma insomma parla in inglese con loro!. Dovrán pure parlare altro che non solo lo spagnolo!.
Marcella Mercanti, si è dimenticata che io sono seduta sul tavolo di fronte a lei, e urla alla sua amica in italiano: Questi spagnoli sono stupidi, che razza del cazzo!
Marcella Mercanti, non può sapere che io sono spagnola, e che parlo la sua lingua.
Sospiro, e mentre sistemo le mie cuffie, mi sento dire: ma perche questa vecchia rimbambita non e rimasta a casa sua?. La sua amica, si gira per guardarmi. La vecchia non mi ha sentito, ma lei gli riporta tutto a voce bassa, il mio sguardo e fisso su Marcella Mercanti, e mi dico: Marcella Mercanti guardami, guardami, ti voglio fulminare con il mio sguardo.
Lei è codarda, e non mi guarda.
M´immagino che smetto di scrivere, mi alzo dal tavolo, mi avvicino a lei, le accarezzo i suoi riccioli bianchi da vecchia ricca rimbambita, do un calcio alla sedia a rotelle che ha lasciato vicino a lei e che l`aeroporto di BCN gli ha lasciato perche non sapeva che Marcella Mercante è una vecchia cattiva e stronza. La sbatto dalla sedia con una spinta e prendo la sua bottiglia di acqua Evian e gliela rovescio sopra. Mi sbottono i pantaloni, immagino che sono un maschio e piscio su di lei, sul suo vestito bianco, sulla sua faccia. Continua a non guardarmi, si morde il labbro inferiore mentre mi sputa sulle scarpe, e mi dice: siete una razza del cazzo, siete una razza del cazzo. Ride e si rottola sul pavimento di marmo della T1. Ride, ride, ride, ride, ride, la sala si riempe con la sua rissata grigia, si alza e senza guardarmi, prende la spilla d`argento che ferma la sua giacca di cashmere bianca sporca con la mia piscia, e mi si avvicina.
Continua a non guardarmi, io provo a capire cosa vuole fare questa vecchia rimbambita che all’improvviso cammina, si afferra al mio collo con una mano, avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra: siete una razza di stronzi. Con l´altra mano mi infilza la spilla nella gola, esce sangue che sporca la sua maglia, i suoi riccioli, le sue scarpe, mi agrapo ai suoi capelli mentre sto cadendo sulle mie ginocchia affogando nel mio sangue. Non posso respirare, sono in ginocchia mentre il mio corpo trema per la mancanza d`aria, lei mi prende la testa e mi spinge verso la sua fica, mi tiene ferma li, e mi urla: siete una razza del cazzo, siete una razza del cazzo…
Sento il mio naso che si spinge contro la sua fica, come si fosse un cazzo, sento che il mio corpo mi abbandona, o che io sto abbandonando il mio corpo. Sto affogando mentre l´odore del mio piscio e del mio sangue si mischia con l´odore della sua fica. Sono morta. Lei tutta sporca di piscia e sangue, si tiene in piede afferrandosi alla mia testa che continua a strofinare contro la sua fica…mentre continua a urlare ed a ridere.
Un cerchio di persone intorno a noi, nessuno fa niente, nessuno ha fatto niente, lei e viva ed io sono morta. Questi spagnoli, che han permesso che tutto questo fosse successo sono una razza del cazzo!
Marcella Mercanti, si è dimenticata che io sono seduta sul tavolo di fronte a lei, e urla alla sua amica in italiano: Questi spagnoli sono stupidi, che razza del cazzo!
Marcella Mercanti, non può sapere che io sono spagnola, e che parlo la sua lingua.
Sospiro, e mentre sistemo le mie cuffie, mi sento dire: ma perche questa vecchia rimbambita non e rimasta a casa sua?. La sua amica, si gira per guardarmi. La vecchia non mi ha sentito, ma lei gli riporta tutto a voce bassa, il mio sguardo e fisso su Marcella Mercanti, e mi dico: Marcella Mercanti guardami, guardami, ti voglio fulminare con il mio sguardo.
Lei è codarda, e non mi guarda.
M´immagino che smetto di scrivere, mi alzo dal tavolo, mi avvicino a lei, le accarezzo i suoi riccioli bianchi da vecchia ricca rimbambita, do un calcio alla sedia a rotelle che ha lasciato vicino a lei e che l`aeroporto di BCN gli ha lasciato perche non sapeva che Marcella Mercante è una vecchia cattiva e stronza. La sbatto dalla sedia con una spinta e prendo la sua bottiglia di acqua Evian e gliela rovescio sopra. Mi sbottono i pantaloni, immagino che sono un maschio e piscio su di lei, sul suo vestito bianco, sulla sua faccia. Continua a non guardarmi, si morde il labbro inferiore mentre mi sputa sulle scarpe, e mi dice: siete una razza del cazzo, siete una razza del cazzo. Ride e si rottola sul pavimento di marmo della T1. Ride, ride, ride, ride, ride, la sala si riempe con la sua rissata grigia, si alza e senza guardarmi, prende la spilla d`argento che ferma la sua giacca di cashmere bianca sporca con la mia piscia, e mi si avvicina.
Continua a non guardarmi, io provo a capire cosa vuole fare questa vecchia rimbambita che all’improvviso cammina, si afferra al mio collo con una mano, avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra: siete una razza di stronzi. Con l´altra mano mi infilza la spilla nella gola, esce sangue che sporca la sua maglia, i suoi riccioli, le sue scarpe, mi agrapo ai suoi capelli mentre sto cadendo sulle mie ginocchia affogando nel mio sangue. Non posso respirare, sono in ginocchia mentre il mio corpo trema per la mancanza d`aria, lei mi prende la testa e mi spinge verso la sua fica, mi tiene ferma li, e mi urla: siete una razza del cazzo, siete una razza del cazzo…
Sento il mio naso che si spinge contro la sua fica, come si fosse un cazzo, sento che il mio corpo mi abbandona, o che io sto abbandonando il mio corpo. Sto affogando mentre l´odore del mio piscio e del mio sangue si mischia con l´odore della sua fica. Sono morta. Lei tutta sporca di piscia e sangue, si tiene in piede afferrandosi alla mia testa che continua a strofinare contro la sua fica…mentre continua a urlare ed a ridere.
Un cerchio di persone intorno a noi, nessuno fa niente, nessuno ha fatto niente, lei e viva ed io sono morta. Questi spagnoli, che han permesso che tutto questo fosse successo sono una razza del cazzo!
miércoles, 22 de diciembre de 2010
You are the amazing grace
Saltiamo. Le nostre mani per aria. Sbatto contro le mie amiche. Sorrissi lanciati all'aria, sguardi veloci sui corpi. Boy George innonda la stanza con i suoi remixes. Ballamo.
- Frida, non ce la faccio. Voglio andare a casa
- Dai Chiara aspetta un pó piú. Vai fuori, prendi un po' d'aria. Simona é anche fuori, vedrai come ti riprendi. Se hai bisogno di me, sono qui che ballo, ok!?
La vedo andare via e farsi paso tra la folla, le mie mani in aria, balloooo. Noto uno sguardo sul mio corpo, ci sorridiamo. Balliamo, mi giro, separa i miei capelli da dietro e mi bacia il collo.
- Mi piace come balli
Ci baciamo, le sue mani sul mio culo, le mie percorrono il suo corpo. Mi piace. Mordo le sue labbra mentre mi tiene ferma dalle mani contro la parete del locale.
Saltiamo su un taxi, ridiamo, ci baciamo, il taxista ci guarda dallo specchieto. Non mi ricordo chi paga, troppe birre.
Vedo il suo corpo sul letto, mi alzo per guardarmi nello specchio. Mi sorrido, mi piacio. Vado in cucina senza fare rumore, apro la finestra che dá sul cortile interno, la luce entra. Sento i suoi passi dietro me.
Mi abbraccia da dietro, separa di nuovo i miei capelli.
- Mi chiamo Chiara, buongiorno
- Buongiorno Chiara
- Perche non mi hai svegliata prima, mi piace stare abbraciata a te.
Le sue mani scorrono sul mio seno, e si fermano nel mio sesso.
martes, 21 de diciembre de 2010
Crash on you
Ore 08:10
Come ogni mattina aspetto il pullman 3 per andare al lavoro. Sono fermo sul marciapiede e ti vedo arrivare.
Ti sorrido e mi sorridi.
Mi si illumina il viso, ma non sei te, sento caldo ma non sei te, sento un rumore stordente che mi riempe la testa, ma non sei te. Sono confusso, mi fa male tutto il corpo, mi si stringe il cuore. Sento come diventa piccolo di fronte a te...sento che posso morire per te.
Mi guardi con gli occhi spalancati, la tua bocca aperta, urli il mio nome, lasci cadere la tua borsa del lavoro a terra e corri verso di me, urlando.
Ti sorridevo, e non ho visto che arrivava da un lato. Una macchina, evita un pedone nell incrocio di Porta Maggiore, e salta sul marciapiede illuminandomi il viso con i suoi fari, e colpendomi mentre ti guardo. Il cofano contro il mio stomaco, scaldandolo, brucciandolo. Io rotto in mille pezzi schiacciato contro un muro. Mi guardi.
Il tempo di una crostata di visciole
e nello stesso momento pensavo...dove incomincia il confine tra amicizia, fratellanza ed amore?. Dove c'e la barriera tra un abbraccio di affetto sentito e uno di amore puro, senza sesso.
Mangiavo la crostata piú buona della storia che consiglio anche al mio peggior nemico (in questi giorni ha un nome), e avevo paura che lui chiedesi il conto e che la giornata finisse e di ritrorvarmi di nuovo a casa, da solo.
Dalla pizzeria verso casa, ho ricordato la conversazione telefonica con un mio caro amico, mi diceva che non voleva fare piú patti di sangue in amore. Lo immaginavo dall'altra parte del filo, sanguinando. Ho immaginato che lasciava la casa del suo amante mentre si meteva cerotti, e vende sulle braccia, sulle gambe, sul petto. La sua voce mi arrivava diritta come quella volta nella quale anche lui mi disse che finire un raporto di amore omosessuale era stracciante, perche i legami d'amore sono cuciti molto stretti, come con filo d'oro.
Anch´io voglio poter stringere qualcuno verso il mio corpo e baciare con lingua, mordere le labbra, le orecchie, acarezzare un corpo e bagnarlo con il mio sudore. Ma non sono sicuro di poterlo fare intensamente se non faccio prima un bel patto di sangue. Mi alleneró...
jueves, 16 de diciembre de 2010
Requiem por min en dous actos.
I
(Non sei canto tardarei en morir, pero quero facelo entre os teus brazos)
Estarei lonxe do mar, mollame coas tuas bagoas
Cantaras no meu oido, seran cancions perdidas.
Cando este lonxe da mar, bicame nos ollos, e pecha os meus beizos.
Deixame espido na area, e marcha sen mirarme.
II
(Os que non o sabian, xa o saben.
Todos saen a rua para ver coma ti me levas espido entre os teus brazos)
As tuas bagoas regan o meu corpo, xa non me dan vida.
Eu vou tragando os teus suspiros, e ti vas escapando dos silencios das ruas.
Chegamos ´a praia, deixasme na area.
Requiem per me in due atti.
I
(Non so quanto ci mettero a morire, ma voglio farlo fra le tua braccia)
Saro lontano dal mare, bagnami con le tue lacrime.
Mi canterai all´orecchio, sarano canzoni perdute.
Quando saro lontano dal mare, baciami negli occhi, e chiudi le mie labbra.
Lasciami nudo sulla sabbia, e vai via senza guardarmi
II
(Quelli che non lo sapevano, lo sanno. Tutti escono per strada per vedere come mi porti nudo tra le tua braccia)
Le tue lacrime innafiano il mio corpo, ma non mi danno vita.
Io ingoio i tuoi sospiri, e ti vai fuggendo dai silenzi della strada.
Siamo arrivati al mare, lasciami sulla sabbia.
Contaminacion
As veces lembrome de cando ero pequeno, vexome deitado na eira e vexo toda-las nubes que entran dende o oceano e corren cara a min. Mollanme.
Se poidese ir atras no tempo, voltaria a cando tiña oito anos e non era capaz de comprender os problemas que poñian na escola. Vexome ali, diante da señorita Angeles, non podo evita-la sua mirada, ela falame e eu teño a cabeza chea de nubes grises. Non podo pensar.
Quero voltar ali agora, e quero voltar a todo-los momentos nos que non entendin ben as cousas, para poder berrar a xente, mentre pecho os puños, que en verdade non me interesa nada!!!.
Xa daquela, e sen decatarme, estaba a fuxir da contaminacion.
A volte riccordo quando ero piccolo, mi vedo sdraiato sul pratto in fondo all´´orto e vedo le nuvole che entrano dall´oceano e corrono verso di me. Mi bagnano.
Se potessi tornare indietro nel tempo, mi piacerebbe tornare a quanto avevo otto anni e non ero capace di capire i problemi che ci spiegavano alla scuola. Mi vedo li, davanti alla insegnante Angeles, non posso evitare il suo sguardo, lei mi parla ed io ho la testa piena di nuvole griggie. Non riesco a pensare.
Voglio tornare li adesso, e voglio tornare a tutti quei momenti nei quali non ho capito bene le cose, per poter urlare a tutti, mentre chiudo i miei pugni, che in realta non me ne frega niente!!
Gia in quel momento, e senza rendermene conto, stavo fuggendo dalla contaminazione.
lunes, 13 de diciembre de 2010
Cancion 1
Heavy in your arms
Florence and the Machine
I was a heavy heart to carry
My beloved was weighed down
My arms around his neck
My fingers laced a crown
I was a heavy heart to carry
My feet dragged across the ground
And he took me to the river
Where he slowly let me drown
My love has concrete feet, my love's an iron ball
Wrapped around your ankles, over the waterfall
I'm so heavy. Heavy. Heavy in your arms
I'm so heavy. Heavy. Heavy in your arms
And is it worth the wait,
All this killing time?
Are you strong enough to stand,
Protecting both your heart and mine?
Who is the betrayer
Who's the killer in the crowd?
The one who creeps in corridors
And doesn't make a sound
My love has concrete feet, my love is an iron ball
Wrapped around your ankles, over the waterfall
My love has concrete feet, my love is an iron ball
Wrapped around your ankles, over the waterfall
I'm so heavy. Heavy. Heavy in your arms
I'm so heavy. Heavy. So heavy in your arms
This will be my last confession
"I love you" never felt like any blessing
Whisper it like it's a secret
Uttered to condemn the one who hears it
With a heavy heart
Heavy. Heavy. Heavy. I'm so heavy in your arms
(I'm so heavy) Heavy, heavy. I'm so heavy in your arms
(I'm so heavy) Heavy, heavy. I'm so heavy in your arms
(I'm so heavy) Heavy, heavy. I'm so heavy in your arms
I was a heavy heart to carry
My beloved was weighed down
My arms around his neck
My fingers laced a crown
I was a heavy heart to carry
But he never let me down
When he held me in his arms
My feet never touched the ground
I'm so heavy
Heavy in your arms
Heavy. I'm so heavy in your arms
Florence and the Machine
I was a heavy heart to carry
My beloved was weighed down
My arms around his neck
My fingers laced a crown
I was a heavy heart to carry
My feet dragged across the ground
And he took me to the river
Where he slowly let me drown
My love has concrete feet, my love's an iron ball
Wrapped around your ankles, over the waterfall
I'm so heavy. Heavy. Heavy in your arms
I'm so heavy. Heavy. Heavy in your arms
And is it worth the wait,
All this killing time?
Are you strong enough to stand,
Protecting both your heart and mine?
Who is the betrayer
Who's the killer in the crowd?
The one who creeps in corridors
And doesn't make a sound
My love has concrete feet, my love is an iron ball
Wrapped around your ankles, over the waterfall
My love has concrete feet, my love is an iron ball
Wrapped around your ankles, over the waterfall
I'm so heavy. Heavy. Heavy in your arms
I'm so heavy. Heavy. So heavy in your arms
This will be my last confession
"I love you" never felt like any blessing
Whisper it like it's a secret
Uttered to condemn the one who hears it
With a heavy heart
Heavy. Heavy. Heavy. I'm so heavy in your arms
(I'm so heavy) Heavy, heavy. I'm so heavy in your arms
(I'm so heavy) Heavy, heavy. I'm so heavy in your arms
(I'm so heavy) Heavy, heavy. I'm so heavy in your arms
I was a heavy heart to carry
My beloved was weighed down
My arms around his neck
My fingers laced a crown
I was a heavy heart to carry
But he never let me down
When he held me in his arms
My feet never touched the ground
I'm so heavy
Heavy in your arms
Heavy. I'm so heavy in your arms
sábado, 11 de diciembre de 2010
La corrida
So che mi cercava, non fa altro che cercarmi da quando l´ho conosciuto.
Sono arrivato tardi. Avevo notato dalla finestra che lui si sedeva ed ordinava alla cameriera, scometto che chiede una tonica, lo conosco troppo bene.
Camminavo tra i tavoli avvicinandomi al suo mentre guardavo come sorseggiava e mi sono ricordato di quando ci siamo conosciuti, "strano, non ti conosco, mi piace stare con te, sai quando la guida spiegava ti cercavo con lo sguardo per assicurarmi che eri ancora nel gruppo" mi aveva detto. Giorni dopo, "mi dispiace solo non averti baciato questa notte" mi aveva inviato in un sms dopo una cena. Tre settimane dopo mi diceva " ti voglio rapire 3 giorni, chiuderti a casa mia per averti solo per me".
Un saluto. Come va. Un´altra tonica anche per me. Avevo giá detto chiaramente che non mi interessava ma lui era li. Prendeva il bicchiere con due mani, sapevo che nel fondo cercava un´ultima speranza. Parlammo, e durante la conversazione lui mi colpiva, ho approffitatto ogni sua parola per ribattere più violentamente, finche non ho detto: "Sei un cagacazzi, il cagacazzi piu grande che ho mai conosciuto, sei un polemico, un polemico cagacazzi,sei un distruttivo, distruggi. Non lotti per le cose, solo le distruggi. Hai rovinato la tua relazione con Andrea perche non hai voluto lottare per un vero amore. Cerchi sempre nuove emozioni, sei come un vampiro. Ti butti subito sul letto di altri solo per le "nuove emozioni", non vai in proffonditá". Colpito.
Lui si era azzittito. Ma non so se mi sentiva, penso che ad ogni mia parola 50 immagini passasero per la sua mente. Ho aggiunto "mi vedo con Andrea da 4 settimane, lo sto frequentando, te lo volevo dire, ma non volevo dirtelo prima, perche sapevo che eri troppo presso ancora di me. Sai, ho voluto aspettare un pó per dirtilo".
I suoi occhi si sono apperti, la sua mente faceva i calcoli, si, quella volta che mi avevi chiamato e ti ho detto che rimanevo a casa ero al cinema con lui. I suoi occhi si sono chiusi. Era ferito. Era finita. Gli avevo scaricato addosso tutte le mie pallotole dritto al cuore.
Ha aperto la bocca, ma non sento le sue parole, non ci sono suoni. Vedo le sue labbra che si muovono ma non sento piu. Le sue parole mi arrivano da lontano mentre ancora gli parlo. Lo sento dirmi: "Non sai niente di me, e mi butti addosso tutta questa merda. Putroppo mi continuo a sbagliare con le persone. Ti dico solo una cosa, mi cercherai in futuro. Ti avverto ora, evita di farlo".
Per orgoglio ho detto: "Anche tu lo farai, tutti lo fanno".
Si é alzato ha appoggiato una mano sulla mia spalla mentre andava via e mi ha guardato il petto, mi sono guardato. Il sangue scorreva giu, c´era tanto. Bagnava la mia camicia. Ho sentito una spada fredda trafiggermi il collo, era arrivata al mio cuore. Sono caduto per terra, guardavo le sue scarpe mentre andava via.
Le scritture secondo Lynn
Passeggio per una cittá che non sa il mio nome. Percorro le strade, e la mia mente mi porta a casa. Tutto é diverso qui, gli odori, i rumori, le conversazioni, i colori, i richiami alla preghiera ululati dal vento, il profilo dei palazzi sul cielo e gli sguardi.
Sono a Istanbul, ma se guardo dietro la mia spalla destra sono a Lisbona, e se senza girare la testa guardo dritto, mi vedo in mezzo al mare. Mi faccio fare un panino, e dentro ci mettono un pesce caldo, mi sorridono, sorrido. Ho appena imparato una nuova parola, "Adamo" (uomo), e mentre la sussurro guardo i tappetti stessi per terra e mi chiedo quando ho cacciato l`ultima goccia di religione dal mio sangue. Sono libero.
In mattinata ho conosciuto Lynn, due anni fa si é registrata nel mio stesso albergo di Sultanahmet ed é rimasta. L´addetto al ricevimento mentre l´informava sulla cittá gli ha detto che lui affittava un appartamento per lo stesso prezzo. Lei ha accettato di andare a vederlo, per strada lei ha saputo che lui era il proprietario dell´hotel, lui ha saputo che lei si era appena separata dal marito e viaggiava per il mondo per spendere quei soldi che lui gli aveva dato dopo 15 anni di relazione.
Durante la prima settimana, Lynn aiutava Akan e suggeriva come migliorare l´albergo. I numeri dei clienti aumentava e le settimane passavano. Akan gli mostrava la citta e gli propose di diventare partners. Lei per confusione con la sua lingua inglese aveva paura di aver intercambiato partners-soci per partners-coppia, e l´ho ha guardato incredula. Lui ha capito la paura nel suo sguardo, e l´ha baciata. Si sono baciati.
Io so che Lynn é rimasta qui, perche io a Dicembre di due anni dopo sarei dovuto venire. Lynn ed io sappiamo che sulle sacre scritture, che un giorno si leggerano sul pulpito del mio amore, c´é scritto che un giorno ad un semaforo, o forse in un supermercato un uomo si avvicinerá e mi chiederá: " ma questo per terra é tuo?". E sará amore.
martes, 7 de diciembre de 2010
T-shirt color
Io dico Tshirtcolor, ma in realta voglio dire grazie.
Sono a Istanbul, ed 'e come essere felicemente person in un labirinto. Ancora devo aspettare a domani per scoprire la citta. Questa volta ce la faro...ve lo racconto dopo.
Sono a Istanbul, ed 'e come essere felicemente person in un labirinto. Ancora devo aspettare a domani per scoprire la citta. Questa volta ce la faro...ve lo racconto dopo.
lunes, 6 de diciembre de 2010
Colazione da te
Ci siamo incontrati sul tram, ritornando dal lavoro. Morfeo é piú basso di me, e questo mi piace. Sul tram c'era molta gente, noi due eravamo molto vicini, e lui approffitando che cera molta gente si é alzato in punta dei piedi e mi ha sussurrato all'orechio: "l'ho visto Frida, mi ha chiamato e ci siamo visti".
Morfeo, leggeva la sua rubrica tutti i giorni sul giornale, e si era innamorato piano-piano per come raccontava la vita. Un giorno, mentre eravamo da Tuba, sugli sgabelli e le nostre ginocchie si toccavano lui mi aveva detto: "(...) non ce la faccio piú, lo devo conoscere, lo so é da pazzi. Non ci conosciamo, ma quando leggo i suoi articoli, non posso fare a meno di amarlo, mi si apre il cuore...ok, ti confesso, ho scritto alla redazione e ho lasciato un messaggio per lui con il mio numero di celullare, tre parole. Mi sento cosi cretino, da collegiala, che vergogna, ma e piú forte di me Frida". Lui ordinava un'altro bicchiere e ridevamo.
Aveva paura, in mattinata aveva ricevuto un sms: "sono verso le 10.30 in zona Re di Roma, mi piacerebbe offrirti un caffe. Conosci il bar vicino al xxxx?. Vediamoci li. Grazie del tuo messaggio. Tim".
Morfeo, ha finto un malore al lavoro, con la scusa di andare in farmacia, é andato all'incontro. Si sentiva perso, era contento, un supereroe. Si sono visti, quando é arrivato al bar lui giá era li, aveva ordinato un caffé per sé e un cappuccino con un cornetto alla crema tagliato alla metá per Morfeo. Era sopreso, la sua solita colazione al bar la mattina. Tim aveva detto, ho visto la tua e-mail e ho sentito il tuo messaggio in segreteria. Ho sentito la tua voce, mi sembrava di conoscerti da sempre". Hanno parlato, non riuscivano a separarsi. Si sono salutati con un bacio li al bar, davanti a tutti.
Questa sera si vedono.
domingo, 5 de diciembre de 2010
Hai moitos anos...
"Imos cambialo día, xa so faltan 2 minutos para que sexa Martes. Noto que algo, aínda non sei o qué, anda cerca, podo sentilo cada vez que me ergo polas manhas, cada vez que paseo pola zona vella, e sobretodo cada vez que vou cara a piscina. Axítome.
Edu, que estudia Arte Neoclásica para o exame de manhá, acaba de interrumpirme, parei de escribir e tiven que sacar os cascos para escoitalo, queixase porque estou respirando moi forte. Non o sei, outra vez esa ansiedade que sempre está conmigo. Agora estoume esforzando por respirar suave, cóstame traballo, ponho os cascos, non sei cómo o estou facendo. Ponho a cinta de OffSpring quero bailar pola habitación, quero bailar!. Pero el estudia, pídolle permiso para bailar e mentres o fago decátome que xa non quero facelo, tinha que telo feito e basta. Agora que sei que podo xa non quero facelo.
Dinlle ate as 12.15 para que estudiase as datas de todos os escultores de Europa, Espana e Galicia. Manhá ten que pasar ese examen. Manhá eu tenho que pasar outro examen"
E se io non sapessi
Cerco il cestino rosso, e come al solito penso che non li fanno griggi perche io non lo troverei in mezzo alle corsie, ma vorrei uno grigio per oggi, ma di diversi colori per altri giorni. Faccio il solito giro, e vorrei uscire senza niente, ma mi dico, dai almeno compra un po di latte, se esco senza niente, penseranno che sto rubando, loro lo pensano. Compro latte, e compro un po di pasta che so che non mangero ma penso, per se un giorno venissi qualcuno a pranzo.
A volte tra le corsie, ricordo Franci. Eravamo a casa mia, stavamo bevendo uno spritz, volevamo pattatine e siamo scesi come due dive al super con i nostri bicchieri in mano, per strada, nel super, parlando come se fossimo ancora sul divano. Pago, e penso, il cassiere sa tutto di me da quello che compro. Non voglio tornare.
E se io non sapessi che sono un uomo, chi me l ha detto?. Forse solo e un pensiero.
Esco, vado verso casa, piove, la strada si pulisce. Mi guardo dietro e penso che una volta ho scritto nella mia lingua su un quaderno: Ho paura di piangere per strada perche potrei bagnare le pietre machiate dalle sue impronte.
sábado, 4 de diciembre de 2010
Riceta per ballare meglio (Livello di difficolta: semplice, per tutti)
Preparazione
Riposati a lungo, per piu di 3 ore, e mettiti a bagno maria per almeno 15 minuti. Mentre sei sotto la doccia apre e chiudi gli occhi, piega un po le ginochia, stira le braccia.
In Cucina
Vai in cucina, apri il rubineto, chiudelo, aprilo, concentrati nel rumore dell acqua. Vevi due bicchieri d'aqua o di vino, shakerati un po fortemente, cosparge lingresso con un pizzico di sale, ed aspetta il tempo di cottura o vestirti per fare il seguente paso.
Prendi un po di rosmarino guardalo, e pensa 'e cosi forte, flessibile, profumato. Bacialo e porta una foglia massimo due nella tasca dei pantaloni/capotto, ma mai nella borsa!
Come si presenta/serve
Entra nel locale, non guardare a nessuno. Fa come se nessuno sapessi che l'anima di Tony Manero si e imposessata del tuo corpo. Di scatto guarda tutti e tutte facendo nottare che il mondo e tuo. Incomincia a muovere un piede, dopo una mano, piano piano e poi piu alto e alto!..muovi il bacino, lancia baci, scatenati, shakerati!, sorridi e ballaaaaaaaaa!
jueves, 2 de diciembre de 2010
Noi siamo kamikaze
La mia amica Carmen (nome finto) ed io Frida (nome fintissimo) siamo dei veri kamikaze.
Viviamo al massimo, perche sappiamo che la vita di adesso 'e una, le altre verrano dopo. Diciamo le cose senza tante paure, ma sappiamo bene dove si trova il limite per non arrivare a fare male agli altri. Ci sponiamo sempre, e ci accolliamo le responsabilita dei nostri atti, e non sempre ci dice bene, e questo lo sappiamo bene.
Ci siamo conosciuti anni fa, ci siamo frequentati e anche allontanati. Oggi sorrido quando ricordo quanto ci siamo urlati per le strade del Pigneto, ci mentre i vicini guardavano e noi urlavamo e ci sgridavamo fregandocene, perche siamo viscerali e anche sanamente pazzi. Quel pomeriggio ci ha unito.
Tutti due siamo qui, da soli, in questa citta trappola che ti inganna con una belleza vecchia e finta.
Ci siamo scoperti piano piano. Mi manca quando non la vedo o non la sento. Lei 'e famiglia, ma famiglia guadagnata a polso, sarebbe stato piu facile se fossimo nati dallo stesso sangue, ma penso che cosi sia piu bello.
Siamo supereroi. Lei 'e buona io il supercattivo.
Lei difende il bene, io il male che 'e anche dentro noi, e trovo piu divertente.
A presto e su questo blog, le locas aventure di due supereroi per le strade di Roma.
Roma citta eterna (poesia letal)
Citta eternamente incivile, eternamente sudicia, eternamente sporca, eternamente borghese, eternamente falsa, eternamente ipocrita, eternamente incasinata, eternamente intassata, eternamente bugiarda, eternamente puzzolente, eternamente fascista, eternamente ipocondriaca, eternamente turista, eternamente malasfaltata, eternamente malfunioznante, eternamente mal collegata, eternamente cara, eternamente proibitiva, eternamente stupida, eternamente grafitata, eternamente mafiosa, eternamente nipotista, eternamente malsana. Roma non fa la stupida stasera, che tanto sappiamo che sei una bugiarda!
Cappuccino e tiramisu
Italia cade per un burrone, e tutti guardano questa caduta nel piu glamuroso stile italiano, tutti eleganti e indiferenti controllando che i loro piedi stiano saldi e firmi per terra, senza rendersene conto che anche loro cadono.
Cosa dire di un paese dove il governo per fare fronte alla crisi taglia i pocchi fondi che aveva destinato per case popolari, per la sanita, per la ricerca, per la cultura, per le infrastrutture, per leducazione e per le pensioni...e dove per fare felice al Vaticano e quatro altri, le politiche sociali non esistono!
I giornali e la tv nazionali parlano solo di come stanno male gli altri paesi, e tutto per evitare di non guardare i problemi interni, e peccato parlarne. Sara anche questa influenza del Vaticano?
Dai italiani, peccate...peccate...e rivelatevi! http://www.onlinenewspapers.com/european-newspapers.htm
Dai italiani, peccate...peccate...e rivelatevi! http://www.onlinenewspapers.com/european-newspapers.htm
lunes, 29 de noviembre de 2010
Uno sguardo che mi porta (a) un letto.
Uscito dal lavoro sono andato diretto al negozio.
Salve, buonasera, sono amico di Luciano. (...) Si ho visto che ha una bella varieta. Ma non lo voglio troppo grande.
Lui era andato via, mi aveva salutato, come chi saluta uno che sta per morire, "mi preoccupi, lavori troppo, non ti curi, la tua salute mi preoccupa, mangia meglio, mi raccomando..." e altre cose, che non mi metto a scrivere, mentre mi guardaba dall'alto con questi occhi che mi facevano pensare "Oh dio, lui sa qualcosa che io non so...forse se ne va e muoio all'istante!".
Ma non sono morto, almeno per ora, poi un giorno mi tocchera come a quasi tutti. Ma tornero per scrivere anche questo. So che non sono morto, perche ogni mattina, mentre ricordavo quello sguardo triste, mi sono guardato allo spechio per controllarlo, e giuro che mi sono visto.
Quindi mi sono detto, visto che ancora sono vivo, cambiamo il letto, perche veramente non ne posso piu di un letto matrimoniale dove mi sento cosi perso. Voglio sentirmi accolto quando arriva la notte, ma non voglio nessuno per il momento (preciso, ho detto per il momento, non sia che legga questo il mio principe azzurro!).
Tornando al negozio, quando lei mi mi diceva "lo sai, ma sicuramente sei molto piu comodo su uno pi grande" io mi son ricordato di lui, e l'ho guardata con la stessa spressione di tristezza infinita che lui mi aveva dedicato e ho detto "guardi, mi sono appena separato, in realta da un paio d'anni. Non ce la faccio piu di sentirmi perso nel letto matrimoniale la sera. Vorrei trovare uno spazio tutto mio. Vado per la piazza e mezza, poi se un giorno trovo qualcuno, per il momento andra a dormire a casa sua, e se la storia va bene, torno da lei e compro uno matrimoniale, che ne dice?".
La sua risposta fu meravigliosa, la migliore: "...Capisco, le tolgo 40 Euro!"
Lo sguardo ha funzionato, ed io mi sento cosi vivo!
Si riparteeee!
domingo, 28 de noviembre de 2010
Un blog es el salto a la fama!
Y asi yo tambien decidi abrir un blog.
Ayer se fue de mi vida por la enesima vez. Por la enesima vez nos rompimos el corazon. Esta vez serenamente, si serenamente se puede acabar con una relacion de 10 anos y dos anos de separacion donde no es dificil relajarse, para conocer a otras personas. Romper una relacion es dificil.
Ayer a las 2.40 am me dije, ahora comparto mi dolor con el mundo mundial y abro un blog, es mucho mas barato que andar a un psicologo, podre decir cincuentamil tonterias...total hay tantos blogs por el mundo adelante, que quien va a prestar atencion a este. A parte porque no puedo seguir torturando a mis amigos siempre con lo mismo...hay un limite para todo.
Decidi informarme, mire esos blogs que estan en el Pais, para ver que era un blog, quien lo escribia. Una pesadilla, toda esta gente intentando escribir como periodistas, analizando situaciones como los amos del universo (que me encanta!), pero no habia ni una pizca de sentimiento en ningun blog. Una tristeza y vacio al terminar de leerlos.
Imagine mi blog, sera dificil realizarlo, mi imagine que era un exito internacional. De repente, ya no habia dolor, el ego se llenaba...yo escribo este blog, porque quiero que sea un exito internacional, que me pidan escribir un libro, que del libro me compren los derechos para una peli, colaborare en la escritura de la pelicula, ayudare en la seleccion de la banda sonora, me pediran que interprete mi papel, me daran un oscar, de la pantalla pasare a la danza (sera porque me gusta bailar tanto) y al canto (a caso no lo hizo JLo, pues si ella pudo, yo tambien!), mis discos seran una bomba, la fama sera planetaria...el dinero a raudales....pero, espera un minuto... estare siempre solo.
Entonces lo vi claro, decidi que renuncio a la fama y la gloria que esta a solo 3 cliks de ordenador de mi vida, por un novio.
Atentos!!!!
sábado, 27 de noviembre de 2010
El espejo de Frida
Me sorprendio como nunca pense que hubiese podido hacerlo.
Me encontraba en Viena, en una sala de un museo, sus cuadros a dos palmos de mi nariz, me acerque tanto a uno de ellos que hice saltar una alarma. Recorri las salas, cada cuadro un periodo de su vida, ella desnuda delante de mi...cientos de personas en silencio. Nos estabamos mirando en un espejo.
(Me enamore de una foto, donde ella apoyada de costado a una barraca, fuma y mira al vacio. Estaba posando, pero estaba perdida).
Mi sorprese, come mai ho pensato che poteva fare.
Mi trovavo a Vienna, ero in una sala di un museo ed i suoi dipinti a due centimetri dal mio naso, mi sono avvicinato talmente tanto ad uno di essi che ho fatto scattare un'allarme. Percorsi le sale, ogni quadro un periodo della sua vita, lei era nuda davanti a me...centinaie di persone in silenzio. Ci stavamo guardando in uno specchio.
(Mi sono innamorato di una foto, dove lei, di fianco si appoggiava su una casetta, fuma e guarda a vuoto. Era in posa, ma era persa).
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